lunedì 21 giugno 2010

Recensione Rollerball



Hey hey hey!
Dopo mesi mesi e mesi di nullafacenza blogghistica, il Bruce torna a pubblicare!
Ne facevate a meno?
Fatti vostri.
Oggi la "perla" che intendo commentare è un film osceno che tanto per cambiare è il remake di un film datato.
A mio parere brutto anch'esso.
Sì ragazzi, parlo di Rollerball, o come voi tutti chiamerete Ruollerbooll seguendo gli insulsi speaker della sua sigla.
Ma partiamo dall'inizio, troviamo subito un (pochissimo) simpatico coglione mentre cerca di uccidersi facendo Streetluge, per qualche centinaio di dollari.
E già iniziano le scene ridicole: a parte il fatto che il protagonista è Oz della fortunata serie di American Pie, che nella vita ha sempre fatto ruoli di belle teste di cazzo (letteralmente), quindi credibilità pari a zero, questo tizio fa la sua "discesa" totalmente senza subire un singolo graffio, mentre ovviamente macchine esplodono, gente muore ecc ecc
Mancavano solo donne che orgasmano dal nulla, ma dopotutto questo non è Shoot 'Em Up.
Beh, dal nulla spunta LL Cool J, che se lo raccatta in macchina e gli illustra la gloriosa via del Rollerball, uno sport insulso, pacchiano e praticato in luoghi non ben definiti, collocati tra il medio oriente, l'Asia e l'ex Urss.
Il nostro protagonista prima rifiuta, poi vede una pattuglia di poliziotti piantonargli casa e quindi decide saggiamente che, dopotutto, l'Asia ancora non l'ha vista, e chissà, magari potrebbe anche piacergli.
Cesura ridicola insensata.

Ci troviamo in una sorta di stadio indoor in Kazakistan, culla del nostro insensato sport, con la presentazione della ricchezza dei pirloni che giocano, e dello stupidissimo speaker. E qui, prima domanda: lo speaker principale sembra essere americano, parla in inglese, ma tuttavia il film è totalmente privo di squadre americane. Fa strano pensare che uno sport insulso a questa maniera non solo non sia stato inventato in America, non solo non vi si giochi ma nemmeno vi partecipino team americani, ma dopotutto chissenefrega, partiamo dal presupposto che sarà una vaccata, no?
Decisamente sì.

Altro errore macroscopico: lo speaker definisce il nostro Cowboy come nuovo giocatore, ma tutti lo conoscono, è già un beniamino degli sponsor e del pubblico. Booooh.
Il gioco si svolge regolarmente, ed è effettivamente noiosissimo, oltre che assolutamente insensato: persino dopo la breve presentazione che ne fanno i creatori per mezzo di una breve clip in 3D non ne si capisce nulla.
Ah, dimenticavo di dirvi che su questo "sport" vengono giocate ogni sorta di scommesse, facendo sì che girino attorno ad esso somme assurde, e che un pessimo Jean Reno (a volte ti vien da chiederti se i protagonisti di certe pagliacciate, che di solito sono attori rispettabilissimi, avessero finito tutti i soldi) fa da general manager mafioso per la squadra protagonista.
Beh, proprio per la questione scommesse e per il fatto che la noia mortale del gioco allontana preziosi spettatori, il nostro mafiosone decide di far sì che i suoi giocatori rimangano infortunati.
Che dolce personcina.

Praticamente la trama finisce qui, il resto sono scene di violenza gratuita e magistralmente finta, attori ridicoli (Klein che ha la faccia da grande grosso e ciula, LL COOL J che ha fallito anche come rapper, Rebecca Stamos che come modella è un bel vedere, ma che ha abilità recitative minori del mio letto in mogano), tette, macchine costose messe a caso in zone sconosciute del mondo ma del tutto non considerate. E un Jean che fa pietà, un po' come deve sentirsi un Ray Allen in una ipotetica partita a pallacanestro con i Puffi, unico attore fra i cespi di lattuga.

Ovviamente il nostro protagonista non ci sta, non vuole che tutti i suoi amici vengano uccisi in incidenti ecc ecc ecc, e quindi decide di scappare, portandosi dietro il fido LL che peraltro l'ha infognato in quel casino, e magari anche l'amichetta del cuore Reb.
Per chi se lo fosse chiesto per più di un nanosecondo non ci riesce, e anzi il povero nero finisce impallinato. Razzismo? Probabilmente anche, o forse si sono solo resi conto di quanto LL non fosse un attore. (Nel futuro è lievemente migliorato, ora un pochino lo sembra.)

Ma ora, il clou, la scena finale!
Praticamente, dopo una marea di casini e tentate corruzioni da parte di Johnny, Reno decide finalmente di sbarazzarsene organizzando per lui un match d'addio, che per il piccolo bimbo significa propriamente addio alla vita. Sarà una partita senza regole, un puro death match.
Dopo l'ennesima, stavolta totale, inutile carneficina, uno dei giocatori, uno del luogo, parlando inglese (santoddio, che pochezza gli americani) riesce a sobillare il pubblico e a renderlo sensibile di fronte al millesimo tentativo di uccidere il loro beniamino, che reagisce uccidendo il leader degli avversari.
Tutti reagiscono, gli avversari stessi (?) realizzano di essere stati sino a quel momento carne da macello messa in palio per gli ascolti (com'è che nessuno ci fosse mai arrivato prima è il IV segreto di Fatima), John non si accontenta, vuole la testa del cattivone, e lo va a cercare, finendo per fargli fare la fine del topo (Reno, sigh, Jean Reno!) e ammazzando anche la sua spalla ed aspirante Silla.
Il film si conclude con il nostro amico (?!?!) raccolto con un cucchiaino dalla sua fidanzatina e portato fuori.

Stavolta mi sono "dilungato" sulla trama dato che questo film non ha nemmeno parti particolarmente brutte, E' INTERAMENTE UN CESSO!
Sul serio, fotografia pessima, scelte di regia discutibili e cast o pessimo o mal utilizzato. McTiernan doveva essere assolutamente sotto acidi in quel periodo, non ho altra spiegazione.

Beh, oggi, dopo tanto tanto tempo, non ho nemmeno la forza di dilungarmi eccessivamente, questa visione mi ha prostrato!

Vi lascio quindi e
Saluti saluti saluti,
da un allucinato Bruce.



venerdì 11 dicembre 2009

giovedì 3 dicembre 2009

Recensione Shoot 'Em Up


Salve gente! Quest'oggi è solo Bruce che vi parla. :)

Non essendo naturalmente portato per fidarmi dell'istinto ho deciso contro ogni pronostico di vedere Shoot 'Em Up.

Il solo lato positivo è che dura poco e che la colonna sonora è musica piacevole.
Detto ciò sono persino riusciti a rovinarmi Paul Giamatti.

Ma cominciamo dall'inizio.

La trama fa pena.

Monica Bellucci ormai abbiam capito che nel fare la puttana si sente perfettamente a suo agio, Clive Owen ha effettivamente la faccia del cattivo, ma non si capisce bene se le carote se le faccia uscire dal culo quando la telecamera non lo inquadra, Paul Giamatti è una sorta di esper comprato alla Lidl.

Trama: viene trovato una donna incinta dal nostro bunny-eroe. Dopo averla fatta partorire questa schiatta e allora per inerzia lui continua a salvare il figlio dai cattivi, che in ogni modo tentano di seccarlo. Lo porta da una prostituta specializzata in allattamenti (perversione umida).
Dopodiché il poco di trama che c'era (là dove non era assolutamente già vista era pesantemente ridicola) va a puttane fra pallottole, carote, intrighi patetici e comparse che schiattano più dei puffi nella mente di Gargamella.

Visto che la trama è di suo frutto di un pazzo psicolabile dedito agli sparatutto più demenziali in commercio (ad un certo punto mi sarei aspettato di veder comparire la scritta in rosso *RELOAD* nella parte alta a sinistra dello schermo!!) passiamo direttamente alle scene più comiche del film.

La pellicola è praticamente un catalogo delle cose che nessun regista sano di mente girerebbe mai: già all'incirca al 5° minuto ero piegato in due, Bugs Owen Smith uccide un cattivo piantandogli una carota in gola. Poi la spinge e la fa uscire dalla nuca.
Lo fa per davvero.

Facciamo un balzo avanti nella storia.
In questo film si fa un tentativo di compravendita di munizioni! :O
Cosa che si rivela solo un espediente per far si che il bambino e GummyMonica spariscano per dieci secondi con un losco figuro, che poi si rivela essere semplicemente un cliente da spompinare allegramente (Tripla rima, questo si che è virtuosismo!).

Dopodiché abbiamo una delle scene di sesso immotivato più ridicole della storia del mondo.
Dunque, non si sa bene perché ma se fino a dieci secondi prima i due protagonisti non si amavano particolarmente basta una frase di Monicona "Hai fame" per scatenare l'eros.

I due si danno all'eros e mentre stanno allegramente erosando i soliti scagnozzi-domino (continuano a cadere guidati dalla gravità, praticamente) irrompono nella stanza e tra i colpi di arma da fuoco la Bellucci continua ad orgasmare volteggiando di qui e di la sempre con Owen dentro.
Nemmeno fossero calamitati!

Ah, dimenticavo, prima la Bellucci strappa il piercing dal pene di un sosia scrauso di Marilyn Manson e questo poi non perde una goccia di sangue.

Ora passiamo ai tre capolavori del demenziale.


Scena 1: Sparatoria nel deposito/fabbrica(?) di armi.

Owen entra totalmente indisturbato nella fabbrica, e crea un milione di trappole legate con armi legate a fili. Una sorta di perverso Macaulay Culkin insomma.
La cosa davvero ridicola è che i nostri furbissimi scagnozzi guidati dal tremendo Giamatti non solo gli danno il tempo di attrezzare metà universo, poi decidono di cadere gentilmente in ogni sua trappola.

Encomiabile impegno di stupidità al quale possiamo aggiungere anche la struggente morte dei cari, moglie e figlio, del protagonista raccontata da un sogghignevolmente latrante Giamatti, uccisi anni prima in una sparatoria ad un fast-food.

Stomachevole.


Scena 2: Aereo

Si scopre che il bambino serviva per un trapianto di midollo spinale per un deputato concorrente alla presidenza, contrario all'uso delle armi.
Fantastico.
Smith lo incontra su un aereo finendo per scoprire che il simpatico (cit.) deputato in realtà si è venduto agli armaioli pur di riavere il bambino per sottoporsi al trapianto che gli serve per continuare a vivere.
Di fatto Smith è fottuto.
E invece no, prende in ostaggio il tizio, si infila nella stiva dell'aereo e proclama che lo ucciderà, in modo tale che il "suo assassinio fomenti l'indignazione pubblica" (testuali obsolete e ridicole parole) e nel momento in cui lui convinto sta dicendo "si, così riavrò il mio onor..." BANG seccato. Carino da parte tue Smith.

E qui il meglio, mega sparatoria su paracadute. Ne uccide tipo trecentosessanta non si sa bene come o con cosa, compreso uno che con poteri Jedi costringe a cadere sul rotore di un elicottero. Fatto sta che quando riatterra dolorante per una pallottola alla spalla (si, egli non è invulnerabile) si aggira per una sorta di campo in cui sono disseminati i morti che già vengono mangiati da enormi rattoni: che velocità!

Scena 3: Duello finale col nemico Hertz (nome del personaggio di Giamatti, che obiettivamente ho dovuto cercare su Wiki dato che l'avranno pronunciato si e no due volte)

Dopo una serie di torture Owen riesce a liberarsi, a seccare tutti i suoi torturatori e si appresta a scappare, Giamatti lo segue e dice stronzate fino a quando Clive mette una delle due mani devastate fra le fiamme con 5 proiettili (senza fare alcuna smorfia di dolore, ovvio) che esplodono e finiscono nel corpo di Hertz.

Patetico.

Ma non è finita, praticamente in polpette si sfidano di nuovo e ovviamente il buono secca il cattivo.


La fine merita una citazione a sé.

Owen torna dalla Bellucci che ora fa la gelataia (non nel senso che piazza figure di merda eh, anche se a ben pensarci...) per allevare il bambino, e visto che è ancora rattoppato alla cazzo si suppone che di tempo ne sia passato poco, mentre questa lo accoglie piangente con un "pewché ci hai messo tanto?!"

Parentesi mia, cazzo non possiamo doppiare anche la Bellucci? Mi irrita in maniera inverosimile quel suo cazzo di accento ridicolo.

Beh, arriva in sta cazzo di gelateria che dieci nanosecondi dopo, mentre si sta facendo la suddetta Bellucci, fa irruzione una sgangherata gang (si, questa parte l'ho inserita solo per una scommessa) che viene sgominata in un modo... Cazzo, se trovo il video da qualche parte ce lo allego, è indescrivibbbbbile!!!!


Finita questa mia recensione sono andato a leggere che la critica ne parla come "lievemente eccessivo" o "volutamente inverosimile" o roba simile.

Allora, o si tratta di gentili perifrasi per "stronzata" o siamo fuori strada!!!

Era una risata unica dall'inizio alla fine!

Vah, passo e chiudo (la testa nell'asse del cesso, che di sicuro sarà meno doloroso del sentir parlare Monichelin)


Saluti da Uno Sconvolto Bruce

martedì 1 dicembre 2009

Recensione La Maschera di Cera

Signori e signore, oggi si cambia genere.
Passiamo ai film comici :D

Ah, dite che non è stato creato come film comico? Strano, a noi ha fatto ridere più di Mr. Bean!

Magari all'inizio un minimo di credibilità poteva anche avercelo, ma quando è comparsa Paris Hilton tutto è andato a puttane.
Letteralmente.

Sappiamo cosa state pensando, ma siamo costretti a contraddirvi: No, non è Paris la Maschera di Cera!!!!!


E' talmente risaputo quanto lei sia una signora che basta che si chini a raccogliere delle chiavi in macchina che già tutti (noi compresi) erano lì ad immaginarsi un signor chinotto.

Che peraltro ci raggiunge due scene dopo.

Il suo è un dono signori, e se è vero che da grandi poteri derivano grandi responsabilità, ora capiamo perché più o meno se la sono girata tutti.

Tanto per non fottere parti da non aprite quella porta ci sono un gruppo teen-fuckers che devono andare ad una partita. Ovviamente una delle macchine ha un problema proprio mentre sono, avete presente Inculandia, ecco la seconda girate a destra e poi...
Beh, chiunque si fermerebbe in mezzo ad un campo con di fianco un bosco che emana un allegro fetore di carogne. *D*

Ovviamente i nostri decidono di muoversi e di andare a cercare rifornimenti e assistenza in un vicino paese (che lontano dieci miglia si capisce essere la cosa più finta al mondo dopo Disneyland e i capelli di Silvio) che casualmente ha un benzinaio.
Evvabbeh, fin qui è trito e ritrito ma non ancora comico (Hilton a parte che è sempre un bel vedere, ma che per il solo motivo che inspiegabilmente piazza la sua scena immotivata in intimo).

Ne ha fatta di strada dopo One Night in Paris! Ora sa che esistono i preliminari!

Il simpatico benzinaio, se paragonato a Charles Manson, ne perde in grazia e fiducia, e per la cronaca dopo venti secondi inizia già a seccare i primi incauti (o dovremmo dire imbecilli). Gli altri invece continuano ad aggirarsi per la città e ci mettono all'incirca mezzo film a capire che in città non c'è nessuno tranne manichini di cera.
Molto verosimili.
Chissà perché... -.-"

Dopo all'incirca dieci uccisioni i protagonisti realizzano che i manichini di cera non sono semplicemente di cera (certezza ottenuta con la semiscarnificazione di uno degli ebeti incerati di fresco).

Capiamo quindi, tramite flashback decisamente privi di senso, scene di cerificazione e cazzate simili che ci sono due assassini, il benzinaio ed un altro psicopatico cum mascherae che ama creare statue delle persone che gli passano di fianco... Ma trovarti una ragazza?
Tia: eh, dopotutto la Playstation non c'era a quei tempi...
Bruce: guarda che nel 2005 c'era la due, di play...
Tia:... ah

Vabbeh, i nostri tentano un patetico salvataggio di loro stessi e degli ex loro amici ormai candeline finchè non assistiamo alle due scene migliori di tutto il film: la morte di Paris per impalamento (eh, questo non l'ha preso dove piace a lei) e il salvataggio di Carly da parte di Nick.

Tia:" ma si, è la classica scena in cui lei cerca di avvertirlo, ma il killer lo ammazza subito dopo, in maniera stra splatter....

After this scene...

Tia:" ehm....Bruce...puoi passarmi delle mutande pulite?...credo di avere avuto un orgasmo!" *O*
Bruce:" NO... Ti si è solo sciolto il cioccolato bianco in tasca!!" ò.ò
Tia: "Ah.....però la scena era figa lo stesso!!" :D

In rapida successione abbiamo anche la conclusione più stupidamente kitch del cinema contemporaneo, moderno, antico, paleolitico, futuro ecc ecc:
i "cattivi" non solo amano incerare la gente, ma vivono in un museo completamente di cera che i due fratelli sopravvissuti (non sempre ne rimane uno solo, anche se speravamo che al contrario non ne sopravvivesse manco uno, regista compreso) dopo una patetica lotta danno alle fiamme.
Il museo si scioglie completamente, lasciando imprigionati i cattivi nella cera fusa e quindi candidati per la candela di Natale dell'anno.

E qui uno si augura tutto finisca, specialmente i nostri tormenti.
E invece no, chissà come mai tutti i registi più perfidi non si accontentano di averti rubato i soldi del biglietto e il tempo del film, no, vogliono continuare a tenerti là, sempre là, il film non finisce più.

I nostri quindi dopo essere scappati dal "massacro" vengono raccattati dall'unico sfigato che sembra popolare quel posto e portati all'ospedale/alla polizia.

I poliziotti li informano che la città è disabitata da una decina di anni oramai (grazie al cazzo, di rado i censimenti tengono conto delle candele) e che addirittura non compare più nemmeno sulle mappe.

I poliziotti inoltre informano i due ragazzi che i "Fratelli Cerini" non erano due bensì tre.

E qui altro colpo. Di scena? No, allo stomaco.
Il tipo sfigato che li ha portati li coccola affettuosamente il cane che prima apparteneva al fratello benzinaio.

Bello eh?
No, perché probabilmente avete visto anche voi i nostri cgln (versione politically correct) rotolare dalle vostre parti, dovunque voi abitiate.

All'inizio è un film comico di discreta riuscita :D

Il finale invece ha lo stile perverso e snervante del "è finito? ma anche no!"

Insomma, se volete perdere tempo trovatevi qualcosa di meglio da fare, ad esempio saltare sui parcometri a gambe aperte come faceva il buon Johnny :D

Saluti e baci da

Gli scossi Bruce e Ichy

venerdì 27 novembre 2009

Recensione C'Era una Volta in Messico


Già trovare un inizio davanti a questo film è abbastanza difficile: abbiamo attaccato a sghignazzare già prima dei titoli di testo.

La scena della chitarra che spara è troppo anche per essere smentita dieci secondi dopo!!
Per non parlare dell'entrata in scena di Salma Hajek.

E qui iniziamo il discorso cast: come spendere un budget immenso anche se non c'è una minima trama? Chiamando Iglesias figlio a fare l'attore (con risultati assolutamente indegni ovviamente). Poi è un brulicare di stelle holliwoodiane che nemmeno ai party di Paris Hilton: uno non fa a tempo a realizzare che c'è Rourke che schiatta, la Mendez sembra un qualsiasi personaggi non americano di Platoon, ovvero compare, dice due battute, tira le cuoia. Citazione a parte per Willem Dafoe: chi è il cretino che ha pensato bene di far di lui un narcotrafficante messicano? Probabilmente lo stesso pirla che ha deciso di farne un omosessuale in the Boondock Saints (film che però a parte questo è di tutto rispetto). Ridicolo.

Ma parliamo della "trama".
Un narcos paga un generale per far cadere il governo. Un nonsisabenecosa della CIA paga dei mariachi per impedire la cosa.
El Mariachi è spinto da sentimenti di vendetta (gli hanno ucciso la figlia e la moglie) ad uccidere il narcos. Sarà tipo la terza coppia di moglie e figlia che gli ammazzano in tre film, a sto punto datti al celibato.

Trama originale.
Priva di clichet.
Priva di senso.

Ci vorranno all'incirca dieci minuti perché di questa lineare e banale trama non rimanga più nulla.
Primo flashback: Banderas devasta un locale con una Ibanez elettrica.
Non è vero. Il locale lo devasta a colpi di pistola.
Oooook, molto bene.
Ci piacerebbe sapere come mai il barista continua a portare avanti ed indietro il bancone ma è già tanto aver capiro la scena, e quindi non ci va di fare gli avidi.
Entra in scena Salma.
Che sembra uscita dieci secondi prima dal preparatore atletico di La Tigre e il Dragone.
E poi caos, il generale sopracitato sopravvive ad una fucilata al cuore, gente che vola, i nostri che non vengono nemmeno graffiati, Bruce che russa...

Il flashback finisce e noi ci ritroviamo seduti a tavola con Johnny Depp (altra genialata del casting director) che contratta non si sa bene quale informazione (e figurati se lo si saprà mai) ad un non ben definito pirata messicano (mancava solo il dannatissimo pappagallo).
E di nuovo nonsense, CIAman secca un cuoco per riportare l'equilibrio (si vede che pesava troppo), si va a rapire El nel suo villaggio in cui tutti producono chitarre che però non vendono a nessuno dato che nessuno è lì per comprarle (manuale di economia per coglioni), si vede un sosia del narco che in tutto il film servirà per circa venti secondi (da morto), e chi più ne ha più ne metta.
Tutto il resto è una serie di collegamenti, scene d'azione, flashback, privi di senso e completamente decontestualizzati (in parole povere se ne può fare a meno e volentieri se ne farebbe!) che cercano di rendere il film epico mantre invece risulta solo stupido, un po' come se facessimo una saga epica riguardo Winnie The Pooh che munge le api (si, lui le munge).

Ma torniamo a noi. O anche a chiunque volete che torniamo, per noi non è un problema.
Verso il finale dobbiamo darvi un'avvertenza se vi siete affezionati ad un personaggio mettetevi l'anima in pace: nel 90% dei casi non vedrà la fine del film (e fortunato lui).

Nel casino totale possiamo ricordare: l'utilizzo di custodie come armi (lanciafiamme e bomba telecomandata degna dei peggiori BomberMan) che peraltro alla fine tornano a contenere gli strumenti, una sommossa popolare in cui una che sembra la nonna di mia nonna impugna due bazooka travestiti da colt che fanno volare via soldati, un Willem Dafoe deturpato in volto e che non si vedrà più, un CIAman a cui non si sa bene per quale motivo vengono cavati gli occhi (con un trapano, che notoriamente cava) che diventa istantaneamente il gemello figo di Devil, inventaunastronzataqualunquetantopuoistarsicurochesecerchibenelatrovi, eccetera eccetera eccetera. Si, ci sono anche tre eccetera travestiti da pirla che... Ah, no, quelli erano Banderas, Iglesias e Leonardi, scusate.

Appunto viene preso Devil come controfigura nel film, quando Depp privo di occhi duella con due scagnozzi. Posto che effettivamente non è impossibile orientarsi come gli strellipipi, mediante suoni, però generalmente uno che fino a dieci minuti prima gli occhi li aveva non sviluppa certe capacità. Si vede che l'ha morso un cieco radioattivo quando era piccolo.
E dire che questa teoria in Karate Kid IV sembrava meno idiota.

Fantastica poi la fine del film in cui una pistola a canne mozze prima tronca le gambe del generale cattivo, poi senza che debba minimamente abbassarsi a fare cose stupide come ricaricarla, Banderas gli spara anche in testa, e stavolta il foro è millimetrico...
Cazzo, la vogliamo anche noi la pistola Black & Decker che cambia il calibro a seconda del lavoro che deve fare.

Fine

E davvero il film finisce così, non è una presa per il culo!
Praticamente sopravvivono integri due personaggi, i quali non si sa cosa faranno. Probabilmente scappano in previsione delle critiche, o semplicemente fuggono prima che Rodriguez decida di farne un quarto, non lo sappiamo.

Consigliamo questo film, comunque, a tutti coloro che hanno il desiderio di sapere cosa si prova ad esclamare ogni quattro minuti e mezzo "Non ci credo!" piegati in due dalle risate.

Arrivederci a tutti da


Gli scossi Bruce e Ichy

giovedì 26 novembre 2009

Recensione La Fabbrica di Cioccolato



Signore e signori, ecco a voi la recensione di oggi:
La Fabbrica di Cioccolato.

Direttamente dal proverbio non tutte le ciambelle escono col buco e non tutti i buchi escono con le ciambelle attorno troviamo questo film.
Diretto dall'acclamato genio Tim Burton, siamo sicuri che anche il portinaio (che non c'è) del nostro stabile sarebbe riuscito a fare di meglio. Per esempio se l'atmosfera di Batman era persino più dark di quella del fumetto, Edward MdF contiene messaggi fortissimi pur in un mondo di fiaba, non riusciamo a spiegarci da dove sia uscito questo film (giusto per non sembrare scurrili, con tutto quel cioccolato poi).

Già la scelta del cast ci sembra strana: sappiamo di te ed Helena, ma qualcuno che non sembri un maniaco sanguinario non c'era, per fare la madre del nostro sfigatissimo protagonista?
Per non parlare del cammeo discutibile di Christopher Lee, che del suo diabolico charme non ha nulla (anche se secondo Bruce solo un uomo diabolico potrebbe ben interpretare un dentista :|)

Ma vaffanculo, mettici una delle comparsone di Alone in the Dark a fare il dentista! Magari poi lo fai morire ucciso dai suoi stessi strumenti, tanto per non fargli perdere l'abitudine.


Partiamo dall'inizio: i titoli di testa sono appena usciti da un horror di King, e più che la fabbrica
del cioccolato sembra un pasticcificio... No, aspetta, quello è un altro suo capolavoro. *D*


La disapprovazione di Ichi esplode alla scelta del protagonista, il piccolo Charlie. Nel film con Gene Wilder il ragazzino è ingenuo e vivace come ognuno di noi sarebbe se si trovasse nel regno del cioccolato e, cosa che schifo non ci fa, è fedelissimo al libro.
Questo Charlie invece a parte la sfiga inenarrabile ha l'espressività del cioccolato che lo circonda, ma di sicuro non è altrettanto carismatico.
Sto bambino e talmente buono e puro (e noioso) da poter essere presentato come la reincarnazione di Gesù. M O R A L I S M O A M A N E T T A !!!
Non ci saremmo stupiti se spezzando il cioccolato con aria ascetica avesse proclamato "...questo è il mio corpo..."


Degli altri personaggi parlare è superfluo: una tale profondità psicologica l'abbiamo vista solo nei teletubbies: personaggi scontati, esagerati e totalmente inverosimili!!!


Ma il climax lo si ottiene quando LUI entra in scena. Posto che Johnny ci piace e lo consideriamo un ottimo attore... CAZZO CENTRA CON IL WONKA-WILDER!?
Era cinico, sfaccettato, carismatico, pazzo al punto giusto e cantava Pure Immagination! Meglio di così cosa si può trovare?!
Johnny invece è solo inquietante (anche senza pensare ai terrificanti occhiali da mosca-truzza e i guanti in latex viola da rettoscopia). E' fra l'altro privo di senso: presenta una fabbrica a dei bambini senza sapere il perché, infarcendo la visita di moralismi privi di senso. Che ti frega se un bambino è sovrappeso? Cazzo, guadagni di più! Ma nemmeno i soldi sembrano il suo problema dato che la dimensione della fabbrica la fa confinare con la Cina... Un uomo, un perché.
Il tutto contornato da numerosissimi flashback nei quali scopriamo nientepopòdimeno che... Era un enorme sfigato anche da piccolo, grottesca la scena delle bandiere del mondo! -.-"
Burton l'ha reso troppo sfigato! Non viene voglia di stimare un personaggio del genere: l'abbiamo preso tutto il tempo per il culo!


Fantastici gli effetti speciali, però il film ci sembra ridursi a quello, specialmente nel caso dei grotteschi Umpa Lumpa.


La cosa più strana, per un film del genere è che non solo non ti viene minimamente fame, ma anzi per i giorni successivi guardi il cioccolato come Stallone guarderebbe il vicino di casa Vietcong.


La parte migliore però è il finale: non ci lasciano liberi dopo lo struggente finale in cui lo sfig... Charlie vince non si sa nemmeno perché (supponiamo per semplice esclusione degli altri candidati).
No, dobbiamo sorbirci appunto il ridicolo cammeo di Lee, altri minuti di struggente pat(etico)hos. Minuti che potevamo sprecare in maniera più utile per la società: aiutare gli anziani, pulire la nostra camera, aprire distillerie clandestine o semplicemente prendere il muro a capate. No, dobbiamo sorbirci questo supplizio fino alla scena finale in cui vediamo una famiglia felice, Willy nel ruolo dell'imbucato d'oro, che mangiano nel loro tugurio che viene spruzzato di zucchero da un'enorme zuccheriera sospesa.

La morale del film è la famiglia
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Un film sul cioccolato di cui la morale è la famiglia.
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MA CHE CAZZO VUOL DIRE!
Come se in Karate Kid la morale fosse la devozione allo stato.

Tim, sient'annoi, il kitch ha un limite, e tu l'hai superato già con la locandina del film!


In conclusione una equa alternativa alla visione di questo film è un clistere di sabbia e squali.


Non avremmo mai creduto che un film di Uwe Boll fosse meno terrificante di un film di Burton, e dato che ora non possiamo fare a meno di farcela addosso dal ridere nel momento in cui vediamo un cappello a cilindro vicino a del cioccolato vi lasciamo con questa felice immagine




Gli scossi Bruce e Ichy

Recensione Alone in the Dark


Anche stavolta Uwe Boll si supera: la pratica dimostrazione che al peggio non c'è mai limite.
Direte "Si, ma intanto lui è ricco e voi no". Noi siamo ricchi di spirito, e per lo meno non veniamo sputtanati quotidianamente da milioni di persone.

Dopo l'acclamata prima recensione abbiamo deciso di tornare in due, dato che per affrontare certi abomini bisogna avere più rinforzi possibili.

Come sputtanare uno dei giochi più paurosi e cult degli anni novanta?
Facendone fare un film Uwe Boll l'uomo considerato l'Ed Wood della nuova generazione, con qualche miliardo di budget in più.

La domanda che subito viene in mente è: chi cazzo è Uwe Palla? Mi augurerei che i più potessero dire di non conoscerlo, ma gran parte dei traumi infantili delle nuove generazioni sono dovute alle sue mitiche idee realizzative: chi può dimenticare film come "Nel Nome del Re", "Postal", "Blood Rayne"?
Sfortunatamente a noi non succede.

Già da questi preamboli avrete immaginato la bellezza del film.

Cominciando dal principio veniamo informati da un'infinita presentazione della mistica presenza di una mitica popolazione: gli Abkani. Chi cazzo sono?!?!
Poche scene dopo un povero guardiano chiede incredulo spiegazioni che tutti vorremmo conoscere riguardo costoro. La rezione dei protagonisti sarà un'indignata risposta al poveretto, che tuttavia non chiarisce un beato ciufolo.

Il film comincia in un orfanotrofio quarant'anni prima degli eventi dove uno scienziato tenta di prelevare dei bambini(ok che sono gli anni sessanta, ma gli orfanotrofi nemmeno allora erano supermercati!! °_°) per astrusi esperimenti. La suora mossa da compassione tipicamente cristiana G L I E L I D A' !!

Facciamo un allegro quanto inspiegabile balzo di quarant'anni circa e troviamo uno degli orfani (quello che genialmente si chiude in una centrale ad alto voltaggio per salvarsi il culo) trasformatosi ahinoi in Christian Slater. Ora che lo sappiamo avremmo preferito ci schiattasse nella centrale (e probabilmente anche il bimbo).
Con gli anni ha sviluppato anche l'enorme capacità di monologare su qualunque cosa, dovuta al fatto che Slater non se lo fila nessuno.

Un abituée di Uwe Boll cerca di uccidere Slater, ma in modo particolarmente creativo: prima si arrampica inutilmente su un palazzo, poi cerca di ucciderlo. Che Slater faccia schifo anche all'Uomo Ragno?

Le cause della morte post duello sono talmente irreali che il medico legale dentro il film ci rimane di stucco: metterlo k.o. non serve, sparargli alla testa non serve, sparargli alle gambe gli dona forza ma in maniera prodigiosa trafiggerlo funziona. La migliore è la reazione di Slater che dopo averlo colpito alla testa tenta di sparargli alle gambe: si perchè alla testa era stato così utile alla prima volta! Solo tu hai il cervello nelle cazzo di tibie!!!

Ora facciamo conoscenza con la seconda protagonista: Tara Reid che interpreta il ruolo dell'archeologa. Cercano di darle credibilità facendole portare gli occhiali, ma a noi sembra tanto una segretaria da porno.

Costei, esperta conoscitrice dei mitici Abkhani incuriosita da un particolare referto che non appena verrà attivato porterà all'unica azione azione condivisibile di tutto il film: l'abbandono del set da parte dei famosi orfani.
Ok, sappiamo che Uwe come regista fa pena, ma vi sembrava il caso di insubordinarvi?

Christian Slater essendo il protagonista deve risolvere il problema arrivando ad un nulla di fatto; infatti se nella scomparsa misteriosa del cast non ci sono collegamenti evidenti, eccetto il fatto che qualunque povero idiota noterebbe ovvero che tutti erano parte del famoso gruppo di orfani gentilmente donati, come possiamo risolvere il caso?
Il film poi è un'inutile sequenza di morti stupide, irruzioni della esilarante polizia del paranormale (il cui comandante è talmente gonzo da farsi scippare il badge di riconoscimento da Manolesta Slater senza battere ciglio), di rocambolesche fughe dai mostri da parte dei nostri.
Ecco, sappiamo che è un clichet da film d'avventura, ma com'è possibile che i mostri si rivelino mostruosamente intelligenti solo quando devono seccare comparse? Cioè, se il protagonista (che a quanto pare ha o un'idea tutta sua dei posti sicuri o conosce qualcosa che noi tutti ignoriamo) stavolta si nasconde assieme con Patata Reid in uno sgabuzzino e non viene sgamato, com'è possibile che 'sti cosi giganteschi passino totalmente inosservati mentre seccano il guardiano all'inizio? Sarà il volere del grande Palla...

Se siete riusciti a sopravvivere indenni (dalla morte per risate, sia chiaro) alla prima metà del film, sappiate che è un crescendo.
Infatti Tara Reid improvvisamente svela la sua natura incompresa di topina in calore e senza un motivo preciso va a farsi fottere (non in senso figurato purtroppo) dal suo ex compagno Slater. Uwe Boll non si sentirebbe realizzato senza una scena di sesso fra le Mary Sue protagoniste completamente immotivata.
Qui, mentre noi esseri umani nel post sesso o scherziamo o chiaccheriamo di idiozie, questi due chiacchierano amabilmente degli Abkhani e delle amenità che circondano i vari misteri. Pare ovvio che le coccole secondo il machismo Bolliano siano roba da checche.
Dopo l'ennesimo scontro con le "forze del male" (i protagonisti sono in scena quindi i mostri sono goffi, stupidi e totalmente inoffensivi) dal quale escono manco a dirlo senza il minimo graffio, se riuscite a mettere in pausa il film al momento giusto potreste vedere un cappello da texano che svolazza per il set: il Grande Chuck ha calciorotato metà del cast, e così Uwe è costretto a farne morire un paio uccisi dagli Stupimostri.

Dopo l'ennesimo tentativo di suicidio da parte di Ichy tentiamo di finire la visione und recensione (Bruce è più smaliziato e dopo aver visto la filmografia completa di Jean Claude Van Damme niente lo scalfisce più).

La già citata ridicola polizia del paranormale entra pesantemente in scena salvando i mostri dai nostri, lapsus freudiano tutt'altro che insensato, dà una mossa alla trama scoprendo il luogo da cui questi fantastici mostri provengono (e salvando anche noi dall'ennesimo monologo di slater, magari accompagnato da una Reid sicura nel suo ruolo di Archeologa quanto lo sarebbe Bruce in quello di una ballerina di danza classica): un'isola al largo di non si sa quale mare del globo.
I nostri quindi supportati da un esercito che sulle prime pare formato da quattro pirla, che poi incredibilmente diventano una moltitudine e finisce per tornare composto da quattro pirla durante l'attacco dei cosi, giungono sull'isola.
Qui c'è una miniera. Cazzo estraevano? Non si sa, probabilmente Uwe ha pensato fosse una cosa figa.
Non lo è.
Questa fantomatica miniera conduce ad una camera operatoria.
Sull'isola.
Sotto la miniera.
Ok, la credibilità già non c'era in partenza, ma adesso per peggiorare il tutto manca solo il Grande Puffo a fare da commentatore esterno.

Ichy: "Beh, ora manca solo il cattivo con mitragliatore in mano che in delirio di onnipotenza racconta a Slater e Tara (che non lo capiscono) il piano"
Bruce: "Dai, non può essere COSI' scontato"
*dieci minuti dopo*
Bruce: "Via da quella finestra Ichy!"

Dopo un patetico viaggio dentro la miniera in cui i nostri danno prova delle loro grandi capacità (Tara legge come fosse la lista della spesa una stele abkhana, un soldato cade su dei pali appuntiti come nella più ridicola delle Fatality, un serpentello non ben definito morde ad una gamba una tizia e la uccide[no, non è una citazione dell'Iliade] la quale alla fine sembra resuscitare dato che muove allegramente la testa, Slater non fa un cazzo MA E' MEGLIO COSI').
Alla fine di questo viaggio troviamo lo scienziato-medico-amante dei bambini che gentilmente ci racconta il suo losco piano ignaro del fatto che a nessuno interessi... Ma guarda te, ha un mitragliatore in mano *D* : Ichy porta sfiga.
Questo losco figuro riesce ad aprire il portale, una parete di lamiera spessa tipo dieci centimetri che separerebbe il nostro mondo dal loro: senza voler costatare l'inutilità della stessa, quanto cazzo è profonda sta miniera?

Bruce: "Vuoi vedere che spuntano sotto l'orfanotrofio o simile che apparentemente si trova in un altro continente?"

I nostri ovviamente non cercano subito di chiuderla, prima ci fanno un'allegra scampagnata con pic nic annesso, e poi, consci del fatto che oltre la porta che separa il male dal bene ci sono effettivamente dei mostri (ma grazie al cazzo direte voi: noi diciamo lo stesso, ma a quanto pare non Uva Boll) decidono quindi di chiudere la porta nella maniera in cui gli americani interagiscono con qualunque cosa, imeni compresi: la fanno saltare. Di questo si occupa l'eroe della situazione: il povero pirla che all'inizio si era fatto soffiare il badge. Si, un genio. {Si dice che addirittura abbia dato ai cosi la colpa della sparizione del badge.}

Il film termina con una scena di profonda desolazione: la città (quale? boh) non si capisce se sia stata decimata o semplicemente evacuata dato che la voce fuori campo (si, è Slater -.-) parla della scomparsa dei mitici Abkosi (di cui continuiamo a non saperne un tubo) la telecamera si muove incontro ai protagonisti (ci siamo rotti di chiamarli nostri, specie perché speriamo che tirino le cuoia dal secondo minuto) e in un ultimo furto a Sam Raimi Boll ruba il finale della Casa.
Si, i tizi muoiono.
Si, è l'unico lato positivo del film.
Si, i Nightwish potevano prestare la loro canzone ad un film meno pacco.
No, Uwe Boll continua a fare il regista.

La nostra recensione giunge ora al termine, e grazie a SergioLeone siamo ancora vivi.

Ma non necessariamente lo saremo ancora durante le prossime recensioni.

Gli scossi Bruce e Ichy